La ragione e il torto non si dividon mai con una taglio così netto,
che ogni parte abbia soltanto dell'una, o dell'altro.

Lo sponsor Motorola, che aveva finanziato l'Olimpia nella scorsa stagione, aveva dato assicurazioni verbali che, com'era ovvio, avrebbe confermato ed aumentato il suo sostegno dopo la promozione. Alle parole poi non erano seguiti i fatti, cosicché l'Olimpia aveva cercato di capire che cosa succedeva, mandando anche in esplorazione altre persone ... Alla fine, arriva la risposta:

Oggetto: RE: sponsorizzazione Volley Olimpia Aosta
da: Xxxx Simone
data: 04/02/2009 18.55
a: Roberto Arbaney
cc: Xxxxx Xxxxx
Gentile Dott. Arbaney,
mi scuso per il ratardo (sic!) di questa mia dovuto al tempo necessario per fare alcune verifiche.
Come anticipatole nel ns colloquio telefonico, Le comunico che a causa della forte trasformazione in atto in Motorola - che ha visto la chiusura del Centro Ricerche di Torino ed una quasi totale cancellazione degli investimenti promopubblicitari - la sponsorizzazione in oggetto non potrà avere luogo.
Nella speranza che possano esserci opportunità di interesse reciproco di futura collaborazione, la ringrazio e la saluto cordialmente.

Simone Xxxxx
Consumer Marketing Lead
Mobile Devices Business - Motorola S.p.A.

I dirigenti si rendono subito conto che questo colpo, aggiunto a quello della mancata sponsorizzazione da parte di un comprensorio sciistico valdostano, a cui alcuni dirigenti avevano lavorato per tutta l'estate, mette la società nell'impossibilità di corrispondere quanto promesso ai giocatori. A questo punto, c'era da scegliere:
- far finta di niente, rimandare i pagamenti, sperando in nuove entrate (... gratta e vinci?)
- spiegare la situazione e prospettare ai giocatori una riduzione dei loro rimborsi (anche il Savona ha fatto una scelta del genere), affrontando il rischio che, in un'ottica accettabile sotto il puro profilo economico, essi riducano proporzionalmente anche il loro impegno nella squadra.
I dirigenti optano per la seconda soluzione, comunicano i problemi economici che si sono verificati, rinviando ad una data successiva, dopo una verifica dei fondi su cui si può contare entro fine anno, la quantificazione della riduzione. In questa fase, un giocatore di Torino, che funge un po' da portavoce, esprime questa posizione: la loro risposta dipenderà dall'entità della riduzione prospettata (un conto è il 10%, un altro è il 30%).
Tra febbraio e marzo, l'allenatore, costantemente informato delle decisioni della dirigenza, procura un ulteriore introito pubblicitario e i dirigenti calcolano quali spese è possibile ancora tagliare (siamo già ridotti all'osso) e quanto sono disposti a mettere di tasca loro per far fronte all'emergenza: ne risulta la possibilità di prospettare ai giocatori una riduzione del 15% dei loro rimborsi. Un incontro organizzato per sabato 21 marzo prima della partita viene annullato per l'intervento dell'allenatore, che ritiene, giustamente, inopportuno parlare di soldi prima di una partita. La settimana dopo passa a vuoto, anche perché il direttore sportivo è occupato con una questione più importante (sta per diventare papà, cosa che avverrà il 29 marzo), ed è martedì 31 marzo (perché l'allenamento del lunedì già da alcune settimane è annullato - è la vigilia del primo aprile, ma non è uno scherzo) che il presidente comunica ai giocatori quanto deciso dalla società. I giocatori si riservano di decidere e l'allenatore, pur non coinvolto nelle riduzioni, comunica, a sorpresa, che se anche solo uno dei giocatori di Torino non concluderà la stagione con l'Olimpia, anche lui si unirà alla sua decisione, per solidarietà. La settimana passa con ulteriori proposte e controproposte e si arriva alla sera del 4 aprile, dopo la partita vittoriosa con Savona (proprio la società che ci sembra abbia vissuto i nostri stessi problemi e le nostre stesse scelte). Quella vittoria ci dà la salvezza matematica, anche se poi l'esito del campionato porrà il limite della salvezza ben al di sotto dei 40 punti di quella sera.
La controproposta dei giocatori è sostanzialmente quella di non operare un taglio, ma di rinviare i pagamenti al futuro, caricandoli sul bilancio di un prossimo campionato di B2. L'Olimpia non ritiene praticabile questa strada: proprio la crisi che stiamo vivendo ci insegna quanto sia illusorio e foriero di rovina caricare sul futuro dei debiti passati. Quello che può ancora proporre ai giocatori è l'uso di una viacard per gli ultimi viaggi, per eliminare almeno le spese di autostrada. La proposta viene rifiutata, anche per ruggini precedenti, e la stagione della squadra che aveva iniziato il campionato finisce lì. Il 16 aprile l'allenatore formalizza per mail le sue dimissioni.
Per le ultime partite di B2, l'Olimpia può usufruire della collaborazione di "Bobo" Grumolato e dei suoi giovani. Una persona, Bobo, che non solo ha le capacità per guidare una squadra di alto livello, ma che, al di là dei dettagli, crede nei dirigenti dell'Olimpia, come persone, perché conosce il mondo da cui esse sono uscite, quello che era incarnato da Dino Pressendo. Un mondo che, con la morte di Dino, sembra essere ormai molto lontano.